Perché

L’anno nuovo per magia deponeva regali
la tristezza, l’allegria ed i giorni normali
l’anno vecchio stava lì mento in mezzo alle mani
come chi ha finito ormai i domani e non sa perché
perché, perché, perché.
nella luminosità di un trascorso natale
con il vento che da nord dava un freddo glaciale
l’anno nuovo si girò e colpì di pugnale
l’anno vecchio che morì senza avere alcun male.
L’anno nuovo scese giù in un mondo di festa
seminando gioventù e altre felicità
e ballò sui grandi amori e sugli onori come un re
ubriacato da quel succo che la vita ha dentro sé
prima di scoprire il trucco dei perché
perché, perché, perché.
si sposò il suo primo figlio fu un gennaio gentile
ma a febbraio si drogò e lo perse ad aprile
il successo lo inseguì svelto come un leopardo
lui pian piano si inghiottì nel suo primo miliardo.
Poi d’estate si buttò nelle onde del mare,
fra le alghe e i pedalò e autostrade di gas,
a settembre un po’ di tosse nell’orgoglio lo ferì
e capì di aver vissuto troppo in fretta, adesso che
stava stretto nell’imbuto dei perché
perché, perché, perché…
nell’inverno…
nell’inverno si specchiò gli affittò una stanza
su con la vita sul mondo quando poi lo accarezzò
come un ultimo figlio la sua mano gli sembrò
un inutile artiglio.
L’anno nuovo stava lì con la faccia da killer
l’anno vecchio si sentì come mille anni fa
e partì senza capire quel dolore che cos’è…
quella favola infinita dei perché
perché, perché, perché, perché,
perché, perché, perché, perché.
perché.