I sing for you
I sing for you
Ma sottovoce respirando più piano
In un filo di luce
I sing for you
I sing for you
Perché l’amore ti raggiunge nei sogni
Senza fare rumore
I sing for you
I sing for you
Solo per te che dividi il tempo
Per te che vivi nelle notti e nei giorni
Una storia con me
I sing for you
I sing for you
È quel che sento una piccola cosa
Per un dolce momento
I sing for you
I sing for you
È quel che sento una piccola cosa
Per un dolce momento.
Tu cioè…
Tu cioè…
un amore fà
Tu cioè…
sciopero in città
scusi lei
può dirmi da che parte va
tu con me
la pioggia cade giù
vada piano
ma diamoci del tu
bè se vuoi
ma guarda le arie che si da…
tu di che segno sei
andiamo d’accordo noi
forse ma
se guarda avanti è meglio sa.
Tu cioè…
l’ultima la sai
ridi ma
la conoscevi già
dirti… crisi
e adesso cosa inventerò
io ci provo
chissà cosa mi dice
con quel viso
potresti far l’attrice
ma che vuoi
non prendermi in giro dai
ok va bene qui
rallenta che scendo giù
tu cioè
e invece non scendesti più.
Amore o quel che sia
colpa tua, colpa mia
ci ha messi ko la simpatia
volevo dirti che
piaccio e vorrei da te
ma che ti prende
c’è poco da ridere.
Tu da me…
carina questa casa
tu con me…
vuoi la luce accesa
tu con noi…
respiro coi respiri tuoi
che peccato…
conoscersi in ritardo
ho sbagliato…
ti vesti e non ti guardo
te ne vai…
un lacrimone scende giù
domani cosa fai
se puoi mi chiami tu
tu cioè…
da allora non ti ho vista più.
Amore o quel che sia
ora è solo colpa mia
mi ha messo ko la nostalgia
e mi domando se
come e quando pensi a me
io mi domando
se piangere o ridere.
Na e na na…
ne ne ne ne na…
na na na…
ne ne ne ne na…
ne e na na…
ne ne ne ne na…
Tu cioè…
da allora non ti ho vista più.
Il sole canta
Sole che fai dietro quelle nubi
Il cielo è azzurro ma
Non hai voglia di farti vedere tu
Dimmi sole che fai
Quando i bambini tornano a giocare
Inventano una luce che non c’è
Per cominciare.
E il sole canta
La sua canzone
Il sole canta
In ogni nota
Tornare a Napoli.
E il mare ripete una vecchia canzone
Davanti agli occhi città del mio cuore
Lascia che sia un raggio di sole
A dire il suo nome.
E il sole canta
La sua canzone
Il sole canta
In ogni nota
Tornare a Napoli.
Tu mi manchi dentro
Dietro ai vetri appannati
Questa città
Tutto sembra normale
Ma qualcosa non va
L’alba buca il cielo con un dito
Muore il buio ma rimani tu
Sempre tu
Sempre il tuo volto
Dove ho tolto la fotografia
Nel mio letto dentro casa mia
Dove tu
Qualcosa mi hai tolto
Tu mi manchi dentro
Prepotente ogni mio momento
Sempre tu
Nel sole e nel vento
Tu mi manchi dentro
Troppo bella in ogni tua parola
Troppo mia
Per essere sola
Dove hai messo il seme di un sorriso
Nasce un fiore rosso di allegria
Anche tu
Forse stai male
Il tuo corpo sopra cui morire
È il mio mondo la mia malattia
È sentire
La voglia di amare
Tu mi manchi dentro
Prepotente ogni mio momento
Sempre tu
Nel sole e nel vento
Tu mi manchi dentro
Troppo bella in ogni tua parola
Troppo mia
Per essere sola.
L’italiano
Vent’anni all’estero minatore
Oppure in galleria come editore
Scudetti mezzo buon meridionale
Se ammazzo in Africa son coloniale
Se ammazzo in Austria son patriota
Canto da sempre e non conosco nota
Piaccio alle nordiche specie svedesi
Cambio governo quasi ogni sei mesi
Sono cattolico per adozione
E l’hobby invece è la rivoluzione
Mio figlio un giorno sarà calciatore
Per il momento è in terza dalle suore
Ma cosa guardi?
Cosa c’è di strano?
Chi sono dici?
Beh son l’italiano
Son stato il solo a perdere la mano
Sia col tedesco che l’americano
Ma se mi chiedi chi fu Garibaldi
Uno che nacque presto e morì tardi
Ma cosa guardi?
Cosa c’è di strano?
Chi sono dici?
Beh son l’italiano
Siam tutti preti navigatori
Figli di ‘gnotta e grandi cantautori
Mamma è una santa le altre da bordello
Se perde il Napoli faccio un macello
Se trovo un portafogli,perché è vecchio
Tv a colori
E pane dentro al secchio
Siam diplomatici laici estremisti
Furbetti asmatici e poi femministi
Di calcio tecnici d’amor maestri
Figli di parroci in gite campestri
Pei cruciverba siamo i pensatori
Quattro infermieri e centosei dottori
Ma cosa guardi?
Cosa c’è di strano?
Chi sono dici?
Beh son l’italiano
Son stato il solo a perdere la mano
Anzi il pallone con il coreano
Son stato il solo a vincere la guerra
Sia con la Svizzera che l’inghilterra
Ma cosa guardi?
Cosa c’è di strano?
Chi sono dici?
Beh son l’italiano
Da vivo sono un po’ menefreghista
Da morto invece son nazionalista
Specie se in veste poi da deputato
Da giornalista e a volte pensionato
Ma la domenica problemi grossi
Segna Giordano o segna Paolo Rossi?
Ma cosa guardi?
Cosa c’è di strano?
Chi sono dici?
Beh son l’italiano
Son stato il primo a perdere la mano
Sia col tedesco che l’americano
Confesso è vero ma non è finita
Prossima vittima è l’europa unita
Ma cosa guardi?
Cosa c’è di strano?
Chi sono dici?
Beh son l’italiano.
Tu sei la mia musica
Per un bambino è correre
Giocare come lui sa
Per una madre è proteggere
O una fiaba da leggere
Per il gabbiano è l’oceano
Per il gitano è la libertà
Per un poeta è scrivere
Per quel che dà spinta per vivere
Per vivere
Per me è la musica
Che mi prende che mi vuole
Per me che ho nell’anima
Suoni di chitarre e viole
E vivo lo sento
Tu sei la mia musica
I pensieri e le parole
Tu sei la mia anima
Tu che splendi come il sole
Per chi è in corsa vincere
E dare il meglio di se
Per un pittore è dipingere
Il quadro che non vuole vendere
Per un attore è una recita
Per un amico la fedeltà
Per una rosa è crescere
Quel che dà spinta per vivere
Per vivere.
Per me è la musica
Che mi prende che mi vuole
Per me che ho nell’anima
Suoni di chitarre e viole
E vivo lo sento
Tu sei la mia musica
I pensieri e le parole
Tu sei la mia anima
Tu che splendi come il sole.
Ma vai vai
Ho chiesto a San Donato
Un posto da impiegato ma vai vai
Ho chiesto a San Gioacchino
Un posto da spazzino ma vai vai
Ma un disoccupato da chi deve essere aiutato
Ho chieso a un imbroglione un posto da occasione
Ma vai vai
Ho chiesto al Papa in corso un posto col concorso
Ma vai vai
Ma un disoccupato da chi deve essere aiutato
Ho chiesto ad un lestofante
Un posto da cantante ma vai vai
Mi ha detto ti telefono più in là: e chi l’ha sentito mai
Ma se io l’acchiappo la testa gli spacco
E sono stato a Milano ed anche a Lugano
Ho dato anche dei soldi ad amici influenti
Ho fatto un voto ad un Santo ed ho anche pianto
Siccome qui la vita costa la mia filosofia napoletana
Non mi basta.
Ho chiesto al Padreterno un posto anche all’inferno ma vai vai
Mi ha detto tu sei matto hai l’eczema da contatto ma vai vai
Il tuo destino è segnato sei un disoccupato
Ho chiesto al brigadiere un posto da carabiniere Vieni qua!
Mi ha detto qui li pigliamo tutti sono belli sono brutti vieni qua!
Ma non se ne è fatto più niente per colpa di un tenente
E son tornato a Milano ed anche a Lugano
Ho dato calci sui denti a quegli amici influenti
Ho cancellato quel santo ed ho ancora pianto
Comunque qui la vita costa e la mia filosofia napoletana non mi basta.
Va pensiero
Va pensiero, va leggero
Verso un cielo che non c’è
E’ un veliero la mia mente
Mari aperti troverà
Vento dolce della sera
La mia vela respira con me
Va pensiero per amore
Spoglia un fiore vesti me
Va pensiero va leggero
Se le ali che non ho
Tu sei il porto più sicuro
Per chi sogna come me
Orizzonti trasparenti
Sentimenti io vorrei
Va pensiero
È un veliero la mia mente
Mari aperti troverà
Vento dolce della sera
La mia vela respira con me
Quante cose vorrei dire
Va pensiero dille tu.
Mara
Con la testa tra i pugni mi accuccio io
E il leone che ho dentro pian piano muore
Io divento un bambino davanti a te
Dalle reni mi scuote e mi guida amore
Come non pensare che
Tu devi essere mia
Come non averti più la tua assenza è un’agonia
Cosa voglio
Ma che vorrei
Voglio te solo te
Mara un pugnale nell’anima
Mara dal sapore d’oceano
Ah Mara sei
Ma non sono un giocattolo
Mara
Dalla schiena di frassino
Mara
Io ci credo se un uomo si spara per te
E lo dico pensando anche a me
Terremoto di sensi tu scendi giù
Poi allarghi le braccia ne esce amore
Come un lampo accecante mi accogli tu
L’orologio del cuore non sa le ore
Come non sentirti qui
La tua pelle sulla mia
Come non provare più
Questa assurda frenesia
Cosa voglio ma che vorrei
Voglio te solo te
Mara
Dalle spalle di mandorla
Mara
La tua bocca è uno stimolo
Più dolce sai
Del più candido zucchero
Mara
Non lasciarmi ma tienimi
Mara
Io ci credo se un uomo si spara per te
E lo dico sul serio
Lo dico piangendo
Mara.
Voglio l’erba voglio
Eravamo quarantamila alla manifestazione
strepennati a puntino, giusto per l’occasione,
tutti quanti nel recinto come tanti pecoroni,
delusi d’illusioni con la rabbia sugli striscioni,
negli occhi la certezza che ci avevano fregati,
allora come sempre restavamo strepennati, restavamo strepennati.
Voglio l’erba, voglio l’erba voglio,
l’erba voglio del giardino del Re.
Qualcuno grida: “Io sono mia!”
Anch’io sono mio ed è mio anche mio zio
che è andato in Africa a cercarsi mia zia
travestita da “mandinga”, se l’è portata via,
l’ha chiusa in una gabbia per non farsela scappare,
ma s’è accorto che più avanti di così, no, non poteva andare,
no, non poteva andare.
Voglio l’erba, voglio l’erba voglio,
l’erba voglio del giardino del Re.
Voglio l’erba, voglio l’erba voglio,
l’erba voglio del giardino del Re.
C’è chi va in India con la California in testa,
e chi fa il gallo solamente il dì di festa.
Ah, ah, are, are chrisna, are chrisna, bambulè, shombon, oh, oh!
Macro-quasi-biotica, superlusso-recuperata.
Nutritevi come porcelli, poi curatevi con l’insalata,
se sei un po’ sbiellato fatti uno yogurt all’autocoscienza,
in meno di vent’anni capirai se avrai pazienza,
fa bene alla salute, sembra che qualcuno vola,
se proprio non gliela fai puoi sempre urlare a squarciagola, a squarciagola.
Voglio l’erba, voglio l’erba voglio,
l’erba voglio del giardino del Re.
Col Papa nuovo sarà tutto più bello,
si potrà fumare la strada nella pipa,
vedremo volare qualche uccello, “ufo”
che splenderà come un gran simbolo di pace
che dirà “bravo” a chi lavora e tace
e se non sei contento puoi cantare un ritornello
sempre nuovo e sempre quello.
Voglio l’erba, voglio l’erba voglio,
l’erba voglio del giardino del Re.
Ma il Re dov’è?! E’ andato a Santafè
a prendere un caffè, ma no, ma dai,
qui il Re non c’è… non c’è,
non c’è, non c’è mai stato,
lo stato, lo stato, lo stato s’è spostato… s’è spostato!
C’è il multinazionato… nato… nato
o forse un’illusione in tanta confusione.
Voglio l’erba, voglio l’erba voglio,
l’erba voglio del giardino del Re.
Voglio l’erba, voglio l’erba voglio,
voglio l’erba voglio del giardino del Re.
Vorrei potervi dare un po’ di cose belle
non solo martellate che fan vedere le stelle,
diffondere nell’aria vibrazioni d’amore,
ma sono strepennato e faccio il cantautore.